Bullet Train
Non si scende.

Bullet Train diretto da David Leitch (Deadpool 2, Fast&Furious: Hobbs and Shaw) è una action/black-comedy tratta dal libro “Maria Beetle” di Kotaro Isaka, che ci porta a bordo di un treno superveloce sulla tratta Tokyo-Kyoto. “Sfortuna, Fortuna, Vendetta, Ira, Destino, Karma, Caso, Giustizia, Amore, Redenzione, Fiducia, Fede”, sono le parole che appaiono in giapponese durante i titoli di testa, un attimo prima di leggere “Bullet Train”, e sono gli esatti temi del film.

Ambientato in un Giappone al neon dal sapore cyberpunk, vede alcuni ladri/assassini su commissione salire su uno Shinkansen, ognuno per un lavoro o per motivi personali. C’è il Padre, il cui obiettivo è uccidere la persona che ha spinto il figlio giù da un palazzo, c’è il non violento Ladybug, interpretato da Brad Pitt, che deve rubare una valigetta sul treno, c’è il team dei “gemelli” Tangerine e Lemon che devono riportare ad un boss della Yakuza molto particolare, chiamato Morte Bianca, il figlio rapito dalla Triade e il relativo riscatto, ma ce ne sono altri.

Siamo in un mondo di assassini simile al nostro, al quale siamo abituati già dalla quadrilogia di John Wick – prodotta proprio dal regista di questo film – un mondo nel quale ogni combattimento tende a passare inosservato ai “non assassini”, dove le forze dell’ordine non si vedono mai, e il pubblico ne è pienamente consapevole.
Una narrazione dai colori saturi che rispecchiano a pieno lo stile giapponese moderno, scandita dalle fermate del treno e confinata all’interno del treno stesso, si dipana piacevolmente agli occhi dello spettatore, portandolo a conoscere i personaggi – presentando il tutto sempre in stile fumettistico – e il loro passato, mostrando chiaramente traccia dopo traccia il disegno che porta alla loro presenza sul treno. Una volta più chiara tutta la situazione, allo spettatore avanzeranno dei “pezzi”, che andranno poi a comporre la seconda parte del film, dai toni più scuri, con un finale risolutivo dal sapore filosofico.

C’è una buona dose di spettacolarità e di Gore nel film, con combattimenti frenetici alla John Wick e morti particolarmente sanguinolente, mischiando il tutto con scambi di battute veloci, equivoci, e siparietti comici. Questo taglio rende molto più leggere allo spettatore le parti narrate tramite i flashback, dove il passato dei personaggi viene svelato e dove, come per ogni classico sicario, non mancano i drammi.

Buona prestazione da un cast pieno di stelle e volti conosciuti, oltre al già citato Bratt Pitt, appaiono Sandra Bullock, Aaron Taylor Johnson (Kick-Ass, Nowhere Boy, Le Belve, Animali Notturni), Brian Tyree Henry (Atlanta, The Eternals), Hiroyuki Sanada (L’Ultimo Samurai, Wolverine: L’Immortale, 47 Ronin, Army of the Dead), Michael Shannon (Vanilla Sky, Bad Boys II, Revolutionary Road, Animali Notturni, Knives Out), Zazie Beetz (Deadpool II), Logan Lermann (Percy Jackson, I Tre Moschettieri), Masi Oka (Heroes), Karen Fukuhara (The Boys), abbiamo perfino Channing Tatum e Ryan Reynolds che ci regalano un piccolo cameo entrambi. Il film è stato prodotto con un budget di 85 milioni e ne ha incassati globalmente 239, riesce ad essere coinvolgente abbastanza da mantenere l’attenzione per tutte le 2 ore di durata, sia per la bravura del cast che per la scrittura scorrevole.

Una storia ben narrata, nonostante i numerosi intrecci, ricca di azione e una fotografia di tutto rispetto rendono la visione di questo film piacevole. Senza grosse pretese “Bullet Train” è perfetto per una serata all’indice del divertimento.
Voto IMDb 7.3
Voto Rotten Tomatoes 76%
di Fabrizio Punzi Sambiase 20/01/2023