Spider-Man: Across the Spider-Verse. “Da un grande film derivano grandi responsabilità”

Spider-Man: Across the Spider-Verse

"Da un grande film derivano grandi responsabilità"

Salve a tutti, lieto di rivedervi nonostante qualche periodo di trambusto e assenza, cos’altro scrivere se non “bentornati al nostro BloGG”. 

Personalmente non scrivo recensioni per fare clickbaiting, tantomeno per necessità, lo faccio per passione e in questo caso specifico, ce n’è tanta. Non potevo non dedicare del tempo a quello che credo sia il punto di non ritorno – in senso buono – dell’industria dell’animazione moderna

Come già scritto su questo blog (in questo articolo) il progetto dello Spider-Verse animato, arrivato nelle sale nel 2019, aveva lanciato il guanto di sfida al resto delle case di produzione più importanti, dimostrando quanto i modelli 3D triti e ritriti fossero ormai, nei loro quattro anni di storia, già obsoleti e noiosi per il pubblico più esigente. 

L’arrivo di Miles Morales sul grande schermo ha dato vita a tanti altri progetti di successo, come ad esempio “Arcane”, e al ritorno dell’utilizzo – seppur in digitale – della pittura nel mondo dell’animazione. Per comprendere meglio l’innovazione di questa tecnica vi invito a rileggere (o a leggere, se non l’avete già fatto) l’articolo sopra citato.

Ma ora parliamo del film in sé.

Tralasciando il fatto che Spiderman sia uno dei supereroi più amati, da Stan Lee suo creatore, dal sottoscritto per la sua “umanità”, e forse dal mondo intero, vedendo il secondo capitolo di questo progetto non credo di esagerare quando affermo che ci troviamo davanti all’equivalente de “Il Signore degli Anelli” di Jackson per quanto riguarda l’animazione.

Alla fine del film se fai parte del mondo dell’illustrazione potresti iniziare a porti domande sul senso della tua vita, guardandolo come autore conosci bene tutti i passaggi, ma sai anche che tutti i cliché e gli archetipi proposti sono stati messi assieme e presentati magistralmente e arrivato alla fine, quando appare quella maledetta didascalia gialla con scritto “continua…”, stai male come la prima volta che leggevi una delle storie più avvincenti dell’Uomo Ragno.

La trama ci porta, come afferma il titolo stesso, “Across the Spider-Verse” trascinandoci nel pieno concetto di multiverso supereroistico molto più di quanto già fatto in passato con lo stesso “Spider-Man – No Way Home” e il resto dell’MCU, che a confronto con questa pellicola potremmo definire “i film della Domenica”. 

Il film affronta tematiche complesse come sempre ha fatto il mondo di Spiderman: l’eterna battaglia morale tra cosa sia giusto per noi e cosa per gli altri, la comunicazione tra genitori e figli, la crescita, la responsabilizzazione, la libertà, l’amicizia, l’accettazione per il cambiamento, la fiducia in sé stessi, certamente l’amore, ma più di ogni altra cosa ci troviamo davanti al sacrificio, che da sempre è il fulcro della vita di Peter Parker.

Un  film ben scritto, che strizza l’occhio a tutto ciò che è stato creato su Spiderman fino ad ora (inclusi i vari progetti MCU e i videogiochi dedicati), che commuove in molti momenti, che visivamente non ha rivali – dall’animazione dei fotogrammi agli sfondi, alla fotografia, al perfetto connubio tra 3D e tratto manuale -, essendo frutto del lavoro di tanti artisti differenti proprio per dare l’idea di “universi diversi”. 

Ancora una volta i produttori Phil Lord e Christopher Miller (LEGO Movie, Piovono Polpette, I Mitchell contro le Macchine, Cocainorso) vestono i panni di sceneggiatori.

La storia originale ideata da Lord con il contributo di Miller non perde valore, anzi acquista profondità e grazie alla perfetta costruzione della sceneggiatura, tra dialoghi di un’elevata complessità morale e l’alternarsi di un’ottima comicità, scene d’azione e non pochi momenti di tensione “Spider-Man: Across The Spider-Verse” non annoia mai, anzi coccola gli occhi e il cuore e, quando tutto finisce, ti rendi conto che sono passati 140 minuti e che dovrai aspettare quasi un anno per sapere come andrà a finire.

Per quanto riguarda la regia, Robert Persichetti, regista del primo episodio della trilogia dello Spider -Verse nonché colui che propose di mischiare il 3D con il tratto manuale per dare senso a un prodotto d’animazione cinecomic, abbandona la direzione per seguire il progetto come Produttore Esecutivo, cedendo il passo al regista Kemp Powers (“Soul”) che con il supporto di Joaquim Dos Santos, animatore e storyboard artist sia per Marvel che DC e di Justin K. Thompson, scenografo e animatore che già in passato aveva lavorato su progetti di Lord e Miller, porterà a casa un’opera senza precedenti.

Prodotto da Columbia e Sony Pictures Animation e ovviamente Marvel Entertainment con lo stesso budget del film “Super Mario Bros” – 100 milioni di dollari – “Spider-Man: Across the Spider-Verse” conquista subito il pubblico con un punteggio elevatissimo di gradimento, quasi totale.

Il primo giorno d’uscita nelle sale italiane ha raggiunto il primo posto al botteghino con vendite pari a circa 570.000 Euro mentre in America in meno di una settimana ha superato i 40 milioni di dollari. Le previsioni per il progetto sono ottime ed è molto probabile che presto supererà gli incassi della mascotte Nintendo. Indubbiamente la complessità della sceneggiatura aiuta a raggiungere un pubblico più maturo, e per ora il riscontro è più che positivo. 

Che vi piacciano o meno i supereroi, che non amiate l’MCU o ne siate fan sfegatati, il mio consiglio è di recuperare il primo capitolo “Spider-Man: Into the Spider-Verse” quanto prima su Disney Plus e poi correre a vedere questo per capire cosa può offrire oggi l’animazione. 

Alla prossima!

 


Rotten Tomatoes 95%

IMDB 9,1 /10

di Lorenzo Maria D’Amico 4/6/2023

Rispondi

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: